Esistono numerosi esempi di donne che hanno raggiunto posizioni di spicco, soprattutto in ambito politico e istituzionale. La storia statunitense recente ce ne fornisce due splendidi: Michelle Obama e Hillary Clinton. Entrambe hanno ricoperto il ruolo di first lady ed una è arrivata a competere per una carica che, finora, è stata ad esclusivo appannaggio maschile. Per raggiungere i loro obiettivi hanno usato strategie diverse ottenendo risultati differenti, dimostrando però un fatto molto importante.
Michelle Obama nel corso dei due mandati presidenziali del marito, Barack Obama, ha cercato di trasmettere messaggi etici ed educativi, esaltando la propria femminilità e rimarcando spesso il proprio ruolo di madre. Molti analisti concordano nel considerare la figura di Michelle come uno dei fattori che hanno determinato la rielezione di Barack Obama nel 2012.
Hillary Clinton è stata Segretario di Stato proprio durante la prima presidenza Obama e nel corso della sua campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2016 ha emulato comportamenti maschili per dimostrare quanto può essere forte una donna.
Il risultato di queste scelte ha fatto si che Michelle Obama abbia oggi un consenso trasversale e sia considerata un modello positivo da milioni di donne in tutto il mondo; mentre per Hillary Clinton la débâcle è giunta proprio perché non è riuscita a convincere in modo trasversale l’elettorato, mostrandosi poco allineata e incapace di esprimere una leadership autentica. Michelle Obama ha dimostrato che era possibile uno stile di leadership che nessuna first lady era riuscita ad esprimere in precedenza, puntando su tre caratteristiche fondamentali: il rispetto per sé stessi e per gli altri, capacità comunicative efficaci e l’abilità di stimolare e motivare al miglioramento. La capacità di esaltare le proprie caratteristiche di genere e la coerenza con i propri valori è ciò che può trasmettere la propria forza agli altri e mostrare autentiche capacità di leadership.